venerdì 22 aprile 2011

Prestiti senza Busta Paga

Prestiti Senza Busta Paga
Per prestiti senza busta paga s’intendono quei finanziamenti che vengono erogati, anche senza la presentazione di una busta paga, ossia quando non si ha un posto di lavoro o se si lo si ha a tempo indeterminato o flessibile.

Con il mutamento del mercato del lavoro, infatti, caratterizzato da un ampio ricorso ai contratti di lavoro flessibili, spesso a tempo determinato o di collaborazione, in cui cioè il lavoratore non è considerato subordinato al datore di lavoro, sono mutate anche le condizioni richieste in alcune tipologie di finanziamento, sebbene la presentazione della busta paga rimanga ancora oggi la caratteristica saliente di quasi tutte le pratiche di finanziamento senza busta paga.


Nel caso, ad esempio, di richiesta di un mutuo che copra il 100% del  valore dell’immobile, la banca quasi sicuramente negherà il prestito senza busta paga, che però potrebbe essere accordato anche a un cosiddetto precario, nel caso in cui egli richieda un prestito, pari a un valore non superiore del 60% dell’immobile. In questo casa, la banca o società finanziaria potrebbe limitarsi ad analizzare lo storico del conto corrente dell’ultimo trimestre o semestre, e/o a richiedere una dichiarazione firmata dal datore di lavoro (in genere, non viene concessa), che certifichi le entrate, per quanto instabili, del richiedente.

Altra possibilità è di accedere ai fondi, a cui stato, regioni e province italiane hanno dato vita, per garantire l’accesso al credito della fascia dei lavoratori senza un contratto fisso e a tempo indeterminato e pieno.
Il fondo funge da garanzia, e grazie all’accordo con alcune banche su tutto il territorio nazionale, è possibile che un precario possa vedersi ottenere un prestito, pur senza busta paga.

Infine, caso tipico di prestiti senza busta paga è quello accordato a studenti e casalinghe, che non lavorano.
Anche nel caso degli studenti, esistono condizioni agevolate di accesso a prestiti, grazie ad accordi tra istituti di credito e atenei, le cui condizioni variano da città in città. Per le casalinghe, il discorso è più complesso, ma esistono finanziamenti a fondo perduto, per quante di loro vogliano aprire un’attività.

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